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Stipendi, chi può esultare: arrivano gli aumenti fino a 664 euro, come controllare

Stipendi, chi può esultare: arrivano gli aumenti fino a 664 euroChi avrà gli aumenti - lingualombarda.it

Il settore sanitario e le funzioni centrali, dove i premi di produttività sono più diffusi, beneficeranno maggiormente dell’aumento complessivo.

Il 2026 si annuncia come un anno di svolta per gli stipendi dei dipendenti pubblici italiani. Gli aumenti fino a 664 euro l’anno derivano da una combinazione di interventi fiscali e rinnovi contrattuali che interesseranno quasi tre milioni di lavoratori dello Stato, segnando un miglioramento significativo della loro capacità di spesa dopo anni di stagnazione retributiva.

A partire dal 1° gennaio 2026, la seconda aliquota Irpef scenderà dal 35% al 33%. Questa misura, parte integrante della Legge di Bilancio 2026, coinvolge tutti i contribuenti, pensionati inclusi, ma avrà effetti più evidenti per la cosiddetta “classe media”, ossia i redditi tra 28.000 e 50.000 euro annui, che rappresentano la maggioranza dei dipendenti pubblici.

Riduzione dell’Irpef e impatto sulle retribuzioni pubbliche

Il risparmio fiscale varia in base al reddito: un lavoratore con 30.000 euro annui potrà beneficiare di un risparmio di circa 144 euro all’anno, mentre a 50.000 euro si arriverà a un vantaggio di 440 euro. Oltre i 200.000 euro di reddito, l’effetto fiscale si azzera progressivamente. Per la maggioranza dei dipendenti statali, la riduzione dell’aliquota si tradurrà in un incremento netto mensile tra 12 e 37 euro.

Per esempio, un funzionario amministrativo con un reddito lordo annuo di 36.000 euro potrà contare su un aumento netto di circa 28 euro al mese, un beneficio modesto ma consistente nel tempo.

Chi sono i principali beneficiari degli aumenti

La distribuzione degli stipendi nella Pubblica Amministrazione mostra come il personale sanitario abbia la retribuzione media più elevata, con circa 43.000 euro lordi all’anno, seguito da ministeri, Inps, Inail e Agenzie fiscali, con circa 41.000 euro. Funzioni locali come Comuni e Regioni si attestano intorno ai 33.700 euro, mentre la scuola, con docenti e personale Ata, registra una media poco superiore ai 33.000 euro.

Stipendi, chi può esultare: arrivano gli aumenti fino a 664 euro

I lavoratori più fortunati – lingualombarda.it

Le categorie tradizionalmente più penalizzate, come il personale scolastico e gli enti locali, saranno tra i maggiori beneficiari del taglio Irpef, con un aumento netto proporzionalmente più rilevante sul reddito disponibile.

Detassazione del salario accessorio: una novità importante

Accanto alla riduzione dell’Irpef, la Legge di Bilancio 2026 introduce una detassazione del salario accessorio destinata a favorire la produttività e alleggerire la pressione fiscale sui premi e indennità. Le somme legate al salario accessorio – premi di risultato, indennità variabili – saranno tassate al 15% per i dipendenti con retribuzioni annue fino a 50.000 euro, anziché con l’aliquota Irpef ordinaria.

Tale agevolazione, applicata fino a un massimo di 800 euro annui, rappresenta un beneficio stimato fino a 144 euro l’anno per i redditi medi e fino a 224 euro per chi guadagna 50.000 euro. Sebbene la soglia sia inferiore alla media dei premi pubblici, che si aggira attorno a 1.200 euro, si tratta di un passo importante verso una politica retributiva basata sul merito e una maggiore flessibilità.

Incrementi salariali complessivi e rinnovo contratti pubblici

Combinando il taglio Irpef con la detassazione del salario accessorio, i dipendenti pubblici potranno vedere un aumento mensile netto che varia da circa 24 euro per chi guadagna 35.000 euro lordi annui, fino a 56 euro per chi si trova intorno ai 50.000 euro, con un incremento annuo fino a 664 euro.

Il 2026 sarà anche l’anno cruciale per i rinnovi contrattuali del triennio 2025-2027: il governo ha stanziato risorse aggiuntive, tra cui 150 milioni di euro per gli enti locali e 220 milioni di euro per il personale della scuola, che si sommano ai benefici fiscali per creare un quadro di crescita salariale più stabile e programmata.

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