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Risvegli notturni in aumento preoccupano i medici: “Non è sempre insonnia, indagare le cause”

Gli esperti segnalano che i risvegli notturni ricorrenti possono essere legati a stress, ansia o disturbi fisiologici e invitano a non sottovalutare il problema.

Il fenomeno dei risvegli notturni frequenti alle prime ore del mattino, in particolare intorno alle tre, non sempre è indice di insonnia, ma rappresenta un segnale complesso che preoccupa i medici per le implicazioni fisiologiche e psicologiche che può nascondere.

Il risveglio alle tre del mattino: un fenomeno multifattoriale

Durante il ciclo del sonno, la fase REM (Rapid Eye Movement) coincide spesso con risvegli spontanei, dovuti a un’intensa attività cerebrale e sogni vividi. È in questo periodo che il corpo è maggiormente sensibile agli stimoli esterni, come rumori o variazioni di temperatura, e agli stress interni. Inoltre, il livello di cortisolo, l’ormone dello stress, inizia a salire gradualmente nelle prime ore del mattino, aumentando la vigilanza e la probabilità di risvegli.

Un ruolo chiave è svolto dal sistema nervoso autonomo, in particolare dalla componente simpatica, che può risultare iperattiva in soggetti con ansia, depressione o disturbi post-traumatici. Questa iperattività può favorire risvegli precoci e difficoltà a riaddormentarsi. Pertanto, i risvegli alle tre del mattino possono essere un campanello d’allarme per disturbi psicologici sottostanti, che richiedono attenzione medica.

L’insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato da difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli o risvegli mattutini precoci, che compromettono la qualità del riposo e si traducono in stanchezza, irritabilità, problemi di concentrazione e memoria durante il giorno. Secondo le più recenti stime, tra il 10 e il 20% della popolazione soffre di insonnia, con una prevalenza più alta tra le donne e gli anziani.

L’insonnia può essere classificata in:

  • Insonnia acuta: durata da pochi giorni a qualche settimana, spesso legata a eventi stressanti o cambiamenti ambientali.
  • Insonnia cronica: persistenza dei sintomi per almeno tre mesi, con possibile associazione a patologie mediche o psichiatriche.

Le cause sono molteplici e includono fattori medici (dolore cronico, apnee notturne, reflusso gastroesofageo), psichiatrici (ansia, depressione), comportamentali (abuso di caffeina, uso di dispositivi elettronici prima di dormire) e ambientali (rumori, luce, temperatura). Un aspetto cruciale è la comorbilità tra insonnia e disturbi psichiatrici, in particolare ansia e depressione, che spesso si amplificano reciprocamente.

Le conseguenze dell’insonnia si estendono ben oltre la notte, causando affaticamento, deficit cognitivi e squilibri emotivi durante il giorno. Inoltre, l’insonnia è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, diabete, demenza e altre condizioni croniche.

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Perché ti svegli di notte – Lingualombarda.it

Quando i risvegli notturni diventano frequenti e disturbano la qualità del sonno, è importante adottare strategie mirate per favorire il riaddormentamento e prevenire l’insorgere o il peggioramento dell’insonnia.

Tra le misure più efficaci vi sono:

  • Creare un ambiente favorevole al sonno: temperatura adeguata, assenza di luci intense e rumori, e l’uso di un materasso e cuscini confortevoli.
  • Tecniche di rilassamento: respirazione profonda (ad esempio metodo 4-7-8), meditazione mindfulness, rilassamento muscolare progressivo e visualizzazione mentale possono aiutare a calmare il sistema nervoso e ridurre lo stress.
  • Pratiche di riposo profondo senza sonno (NSDR), come lo yoga nidra, che inducono uno stato di calma profonda senza richiedere il sonno vero e proprio.
  • Utilizzo di musica rilassante o suoni ASMR: questi stimoli sensoriali favoriscono il rilassamento e mascherano i rumori disturbanti.

È fondamentale evitare comportamenti controproducenti come controllare l’orologio, accendere luci o utilizzare dispositivi elettronici durante la notte, poiché aumentano l’ansia e ostacolano il riaddormentamento.

Nei casi in cui i risvegli notturni persistano e siano accompagnati da sintomi di ansia o depressione, è raccomandata una valutazione specialistica per individuare eventuali disturbi del sonno o condizioni mediche associate. In particolare, il trattamento cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I) si è dimostrato efficace nel ridurre i sintomi e migliorare la qualità del sonno a lungo termine, affiancando o sostituendo l’uso di farmaci ipnoinducenti, la cui assunzione prolungata è sconsigliata per i rischi di dipendenza e effetti collaterali.

Il risveglio alle tre del mattino rappresenta dunque un fenomeno complesso, che coinvolge aspetti fisiologici, psicologici e ambientali, e che richiede un approccio multidisciplinare per la sua corretta gestione e prevenzione.

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