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Pizza surgelata, la più buona la compri qui: qualità alta a prezzo ridicolo

PizzaPizza surgelata, la più buona la compri qui: qualità alta a prezzo ridicolo - lingualombarda.it

Un’analisi rivela che le private label possono superare i brand più noti nella qualità della pizza surgelata, oggi protagonista delle scelte rapide a casa.

Mangiare una pizza surgelata è un’abitudine tornata a crescere nelle famiglie italiane. Il motivo è semplice: quando gli impegni quotidiani si sommano e il tempo per cucinare scarseggia, il freezer diventa un alleato. Il mercato ha fatto passi in avanti e molte aziende propongono prodotti che vogliono avvicinarsi, almeno nell’intento, alla pizza tradizionale servita in pizzeria. Un recente studio di Altroconsumo ha raccolto e confrontato le principali referenze disponibili nei supermercati. Il risultato racconta un settore più competitivo del previsto, in cui la qualità non dipende solo dal prezzo o dal marchio famoso stampato sulla confezione.

Cosa rende davvero buona una pizza surgelata secondo lo studio di Altroconsumo

Gli esperti hanno valutato diversi aspetti concreti. La qualità delle materie prime rimane un punto centrale: un impasto equilibrato, una farcitura adeguata e ingredienti riconoscibili fanno la differenza in un prodotto che spesso contiene un numero elevato di componenti. Anche il profilo nutrizionale è stato messo sotto osservazione, perché l’idea che una pizza pronta sia sempre molto calorica non è necessariamente corretta. Lo studio mostra che alcune varianti garantiscono un apporto più bilanciato, con meno sale, più fibre e un contenuto di grassi sotto controllo.

Parte fondamentale della valutazione riguarda l’etichetta. Una confezione chiara, leggibile, che non nasconde informazioni e non inganna sulle porzioni è considerata un requisito essenziale. Chi compra ha il diritto di conoscere ciò che porta in tavola, e questa trasparenza viene premiata con un punteggio più elevato.

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Cosa rende davvero buona una pizza surgelata secondo lo studio di Altroconsumo – lingualombarda.it

Il giudizio non si ferma ai numeri: conta anche come la pizza si presenta dopo la cottura. Una giuria di degustatori ha analizzato impasto, consistenza, fragranza e equilibrio tra pomodoro e mozzarella seguendo le indicazioni riportate sulla scatola. Si cercano profumi autentici, una cottura che non indurisca la base e un gusto che ricordi l’esperienza fresca, pur nella consapevolezza che il prodotto resta industriale.

Lo studio sottolinea anche un dettaglio spesso sottovalutato: la modalità con cui viene preparata a casa. Se si rispetta la temperatura suggerita e si segue il tempo indicato, il risultato finale può cambiare in modo evidente. Una cottura più attenta permette al consumatore di apprezzare meglio le qualità di un prodotto che nasce per essere consumato rapidamente.

Il quadro generale racconta una evoluzione significativa del settore. Molte pizze oggi risultano più curate nella selezione degli ingredienti e rispondono alle richieste di chi non vuole rinunciare a un pasto gustoso anche se ha poco tempo. Non tutto è perfetto, certo, ma le differenze tra un marchio e l’altro sono diventate più visibili.

Chi vince nei supermercati italiani: il successo delle private label e un mercato in cambiamento

L’aspetto più interessante del confronto riguarda i risultati finali. A sorprendere è il ruolo delle marche dei supermercati, che hanno ottenuto valutazioni di alto livello e, in diversi casi, superiori ai marchi storici più famosi. Le pizze vendute da Esselunga, Eurospin e Coop hanno convinto sia nei test nutrizionali sia nelle prove di assaggio, dimostrando che non è necessario spendere molto per portare a tavola un prodotto valido.

Un dettaglio che colpisce è la crescente attenzione delle catene verso ricette più essenziali. Ingredienti semplici come mozzarella vera, pomodoro di origine controllata e impasti lievitati correttamente sono parte della strategia che ha permesso a queste pizze di emergere. La resa in forno, con una croccantezza percepibile e un profumo più naturale, ha influito positivamente sul giudizio.

Va detto che non tutte le pizze surgelate raggiungono lo stesso livello. Alcuni prodotti mantengono un contenuto di sale eccessivo o presentano liste di ingredienti molto lunghe, con additivi che non migliorano la qualità. Lo studio invita quindi a non scegliere solo in base all’abitudine o alla pubblicità, ma a osservare ogni dettaglio della confezione. Il consumatore informáto resta al centro di questo cambiamento.

La presenza di alternative più equilibrate rivela come l’industria stia rispondendo alle nuove esigenze alimentari. La pizza, piatto simbolo della tradizione italiana, cerca spazio anche nella sua forma surgelata. Non sarà mai sostitutiva dell’esperienza artigianale, ma nei giorni in cui il tempo corre veloce offre un compromesso intelligente.

Il crescente interesse per prodotti che uniscono comodità e qualità spiega perché le private label continuino a investire. Il 2025 potrebbe segnare un nuovo passo in avanti, con maggiore attenzione alla sicurezza alimentare, all’origine delle materie prime e all’impatto sull’alimentazione quotidiana di giovani e adulti. L’importante è sapere scegliere cosa mettere nel carrello senza rinunciare al gusto.

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