Una storia reale di giardinaggio diventato fortuna: monete antiche, archeologi, leggi sul patrimonio e un’asta internazionale attesa per novembre 2025
Stava per essere una normale giornata di cura del prato, terreno da pulire, erbacce da togliere. Invece, in una casa di Milford-on-Sea, nell’Hampshire, una coppia inglese ha riportato alla luce un tesoro rimasto nascosto per circa cinque secoli. Mentre diserbavano, a pochi centimetri dal suolo argilloso, hanno visto brillare metallo giallo. Da lì, la sorpresa che oggi circola sui media britannici: 64 monete d’oro dal periodo dei Tudor, a cui se ne sono aggiunte altre sei dopo verifiche archeologiche. Valore stimato minimo: 260.000 euro. In un’epoca in cui si parla spesso di inflazione e rincari, ritrovarsi in giardino quella che era una piccola fortuna del Cinquecento — e che oggi vale decine di migliaia di sterline — ha un sapore quasi irreale, già da romanzo storico.
Il ritrovamento, la datazione e la conferma degli esperti: quando la storia emerge dal terreno di casa e diventa patrimonio da studiare e vendere
I fatti risalgono al 2020, in piena routine domestica. Nessun metal detector, nessuna ricerca pianificata, nessuna esperienza da collezionisti. Solo un gesto quotidiano in un giardino privato. Scavando leggermente, la coppia ha notato le prime monete. Hanno subito avvisato le autorità, come prevede la normativa britannica. Poi, sul posto, sono intervenuti specialisti che hanno recuperato ulteriori pezzi, portando il totale a 70 monete in oro. Secondo gli studiosi, molte appartengono al periodo di Enrico VI (1422-1461), altre ai tempi di Enrico VIII, con coniazioni fino al 1537. Alcune portano persino le iniziali di Caterina d’Aragona e Jane Seymour, prime mogli del sovrano Tudor. Non è solo un ritrovamento monetario, ma un frammento di storia reale inglese che riaffiora da una proprietà privata.

Il ritrovamento, la datazione e la conferma degli esperti – lingualombarda.it
Gli esperti del British Museum hanno confermato autenticità e conservazione eccellente. Le ipotesi sul perché si trovassero lì puntano a due piste: un ecclesiastico che potrebbe aver nascosto il denaro per evitarne la confisca durante la dissoluzione dei monasteri — il priorato di Christchurch è poco distante — oppure un mercante facoltoso che ha preferito sotterrare i propri averi in un momento di instabilità politica. Secondo valutazioni storiche, quella somma rappresentava abbastanza valore per comprare una casa dell’epoca, pari a circa 26 sterline del XVI secolo, cifra altissima per quei tempi.
La scoperta ha colpito anche per il dettaglio romantico del contesto: nessun cercatore professionista, nessuno intento a trovare ricchezze. Solo una coppia di mezza età che teneva in ordine il proprio giardino. Eppure, già, ecco oro puro a pochi centimetri. Il passaggio dalle mani degli scopritori ai tecnici non è stato immediato. Sono servite valutazioni, catalogazioni, documenti e controlli. Poi, alla fine, riconoscimento del diritto di proprietà. Perché nel Regno Unito, a differenza di altri paesi, chi trova e possiede il terreno ha possibilità concreta di incassare, salvo obblighi di segnalazione e valutazione pubblica. E così accadrà: le monete verranno messe all’asta il 5 novembre 2025 alla David Guest Numismatics di Zurigo.
Dalle norme britanniche al confronto con la legge italiana: come cambia la sorte di un tesoro e perché questa coppia incasserà tutto il valore
Il Treasure Act 1996 obbliga chi trova beni storici a segnalarli entro quattordici giorni. Poi la Corona può rivendicare l’oggetto per musei pubblici, riconoscendo il valore al trovatore e al proprietario del fondo. In questo caso, le due figure coincidono, e nessun museo ha acquistato. Così, le monete tornano ai privati, che potranno venderle liberamente. Il sistema english equilibra tutela pubblica e diritti individuali: si studia il reperto, si garantisce che non vada disperso senza documentazione, ma poi chi lo trova può ottenere pieno beneficio economico. Qui si parla di almeno 230.000 sterline, circa 260.000 euro, cifra che potrebbe crescere in sede d’asta. Non a caso, collezionisti e investitori guardano con grande interesse agli oggetti numismatici legati ai Tudor.
Il confronto con l’Italia è evidente. Da noi, un tesoro simile diventerebbe immediatamente proprietà dello Stato. I trovatori avrebbero diritto a una ricompensa fino a un quarto del valore, da dividere col proprietario del terreno. Un approccio più protettivo, che garantisce patrimonio nazionale ma lascia al cittadino un ruolo marginale. Nel caso inglese, invece, la coppia si ritrova con un patrimonio inatteso, frutto sì del caso, ma anche del rispetto delle procedure. Ciò che incuriosisce molti è il lato umano: immaginare l’incredulità, la casa trasformata per giorni in punto di attenzione archeologica, le telefonate, i controlli, il silenzio iniziale per non attirare curiosi. Poi, dopo mesi, la certezza di trovarsi davanti a una somma capace di cambiare la vita. Da semplice lavoro in giardino a una storia che ricorda romanzi e saghe familiari, con l’oro dei Tudor che riemerge nel XXI secolo.

Nel tuo giardino potrebbe esserci un tesoro: loro hanno guadagnato il valore di una villa - lingualombarda.it








