Un viaggio tra rocce modellate dall’acqua e silenzi antichi: le Orridi di Uriezzo sorprendono il Piemonte
Non servono deserti infuocati o canyon americani per provare quella sensazione di vertigine e meraviglia. Nel cuore del Piemonte, tra le pieghe nascoste della Val Formazza, esiste un luogo che lascia senza fiato. Le Orridi di Uriezzo sembrano il lavoro di un artista invisibile: pareti scolpite, curve perfette, gole che sprofondano nel granito. Un angolo d’Europa che in pochi conoscono, e che racconta millenni di storia attraverso la forma della pietra e la voce muta dell’acqua.
Un labirinto nella roccia dove luce e ombra scrivono la storia
Chi entra nelle Orridi di Uriezzo sente subito che c’è qualcosa di diverso. Non è solo il silenzio, né il fresco improvviso che si avverte appena superato l’ingresso tra le pareti. È il modo in cui la natura ha deciso di raccontarsi, scavando la montagna centimetro dopo centimetro, con una pazienza che nessun essere umano può eguagliare.
Il sentiero si infila tra muri di pietra alti e lisci, come corridoi di un tempio naturale. La luce entra dall’alto a strisce, disegnando sulle rocce colori d’ambra e muschio, accendendo improvvisamente angoli bui e dettagli scolpiti dall’acqua.

L’Italia ha un canyon che nessuno conosce: ecco cosa c’è tra le rocce più profonde – www.lingualombarda.it
Ogni curva, ogni rientranza racconta di un’erosione lenta e precisa, guidata da antichi torrenti glaciali che un tempo scorrevano impetuosi. Ora tutto è fermo, ma sembra ancora vivo. C’è chi si ferma a fotografare, chi cammina piano guardando in alto, e chi semplicemente ascolta il suono dei propri passi.
Camminando si scopre che le gole sono tre: Orrido Sud, più stretto e scenografico; Orrido Ovest, più aperto e luminoso; e Orrido Nord-Est, più selvatico e isolato. Ognuno ha il proprio carattere, una sorta di voce geologica che cambia da angolo a angolo.
Non si tratta di un percorso estremo, si fa in circa un’ora e mezza, ma l’intensità dell’esperienza sorprende. Ci si sente piccoli ma centrati, come dentro un racconto antico inciso nella pietra. La luce cambia, le temperature variano, ma l’effetto è sempre lo stesso: chi esce dalle Orridi porta con sé un’impressione che resta addosso.
Un canyon nascosto dove il Piemonte si mostra nel suo volto più selvaggio
Le Orridi di Uriezzo non sono solo un’escursione. Sono un viaggio in un paesaggio geologico rarissimo, dove il granito si fa scultura e il tempo diventa materia. Nessuno si aspetta, in Piemonte, di trovare una gola profonda simile a quelle del Colorado. Eppure qui, tra boschi e montagne, c’è un canyon europeo modellato dalla natura che nulla ha da invidiare a luoghi più celebri.
L’accesso è semplice, ben segnalato e adatto a chiunque abbia voglia di camminare. Si parte da Premia o da Baceno, si seguono i sentieri nel verde, e all’improvviso si entra nel cuore della roccia. I passaggi si alternano: a tratti stretti e umidi, poi larghi e illuminati. In alcuni punti si possono ancora sentire i rumori dei torrenti sotterranei, in altri il vento fischia tra le fenditure.
Durante l’estate, la vegetazione è rigogliosa e la luce filtra tra le foglie in modo quasi cinematografico. In autunno, invece, il paesaggio cambia pelle: le foglie si tingono di rosso e oro, e il contrasto con la roccia grigia crea scorci da cartolina. Ogni stagione regala un volto nuovo alle gole, rendendo l’esperienza mai identica.
Ma il momento più suggestivo arriva all’uscita: si esce da un corridoio stretto e buio, e all’improvviso si apre la Val d’Ossola, con un orizzonte che respira. È come se la montagna, dopo averti accolto nel suo ventre, ti restituisse al mondo con un’altra consapevolezza.
In un’Italia che tende a nascondere i suoi tesori dietro mete più note, le Orridi di Uriezzo sono una risposta forte e silenziosa. Qui non c’è nulla di costruito, nulla di spettacolare nel senso moderno del termine. Solo pietra, luce, silenzio e stupore. Ed è forse proprio questo a renderle così indimenticabili.

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