Le nanotecnologie e l’insufflaggio ridefiniscono l’isolamento termico: soluzioni più efficienti, sostenibili e rapide per rispondere alle nuove direttive europee.
Nel panorama dell’efficientamento energetico degli edifici, la tecnica tradizionale del cappotto termico continua a essere un punto di riferimento, ma oggi si affacciano innovazioni tecnologiche capaci di rivoluzionare il settore edilizio. Alla luce della recente entrata in vigore della Direttiva Case Green e delle nuove prospettive offerte dalle nanotecnologie applicate all’isolamento termico, è necessario fare chiarezza sulle soluzioni più efficaci, sostenibili ed economiche per le abitazioni italiane.
Innovazioni nell’isolamento termico: dal cappotto tradizionale al cappotto nanotecnologico
Il cappotto termico rimane tra gli interventi più diffusi per ridurre la dispersione di calore e migliorare il comfort abitativo, specialmente nel contesto di una crescita dei prezzi energetici e delle normative europee sempre più stringenti. Tuttavia, questa soluzione presenta alcune criticità legate ai tempi di realizzazione, ai costi elevati (tra gli 8.000 e i 12.000 euro per un appartamento medio) e ai rischi di peggioramento delle condizioni interne se mal eseguita, come l’aumento di umidità e muffa dovuti alla scarsa traspirabilità delle pareti coibentate esternamente.
Negli ultimi anni, la ricerca nel campo delle nanotecnologie ha portato allo sviluppo del cappotto nanotecnologico, una tecnologia avanzata che utilizza materiali innovativi come i pannelli TGR Panel® di Nanocubo®. Questi pannelli integrano nanoparticelle capaci di riflettere e dissipare il calore in modo molto più efficiente rispetto ai materiali tradizionali, garantendo un isolamento superiore senza aumentare lo spessore delle pareti, un vantaggio fondamentale soprattutto in contesti urbani dove lo spazio è limitato.

Cosa fare al posto del cappotto termico – Lingualombarda.it
Il cappotto nanotecnologico certificato offre una durabilità superiore, resistenza agli agenti atmosferici e una riduzione significativa dei consumi energetici, con conseguente impatto positivo anche sull’ambiente. Inoltre, a differenza del cappotto tradizionale, questo sistema contribuisce a prevenire la formazione di muffe e problemi di umidità, migliorando la qualità dell’aria interna.
Oltre al cappotto nanotecnologico, un’altra valida alternativa al cappotto termico è l’insufflaggio, una tecnica che consiste nel riempire le intercapedini delle pareti con schiume isolanti. Questa soluzione si realizza dall’interno dell’edificio, non altera i volumi delle pareti e non necessita di permessi edilizi, risultando quindi più rapida ed economica. Il costo dell’insufflaggio si aggira intorno ai 2.500 euro per un appartamento di circa 100 metri quadri.
L’insufflaggio garantisce un’efficace barriera termica, riducendo la dispersione del calore e migliorando il comfort abitativo senza i rischi associati a un cappotto mal progettato. Tuttavia, la scelta tra cappotto termico, insufflaggio o cappotto nanotecnologico deve essere sempre valutata caso per caso, considerando fattori come la tipologia dell’edificio, le condizioni climatiche, il budget disponibile e le normative vigenti.

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